Tra le rappresentazioni tradizionali di Giuseppe, vi sono alcune immagini che lo ritraggono in cammino: l'arrivo a Betlemme, la fuga in Egitto, il ritorno a Nazaret. Queste scene ci parlano di un miracolo di Giuseppe, il miracolo di ricominciare da capo ogni volta.
Nella vita ci stanchiamo. Quando siamo giovani, crediamo che spaccheremo il mondo, ed è meraviglioso perché grazie a quest'energia possiamo buttarci al cento per cento nelle cause che ci appassionano. Ma il tempo degli ideali non dura per sempre, e un po' alla volta riduciamo i giri del motore. A volte è una frustrazione o una delusione a dirci che non vale la pena continuare a scommettere su una relazione. Altre volte sono il logorio della quotidianità e la necessità crescente di tranquillità e riposo. Senza quasi rendercene conto, ci accomodiamo un po' alla volta nella nostra zona di comfort e ci risulta sempre più difficile essere disponibili per rispondere con leggerezza a quello che la vita ci mette davanti.
Vi sono situazioni che ci strappano drammaticamente alla tranquillità che abbiamo acquisito: un addio, la morte di una persona cara, un incidente, una rottura matrimoniale, una crisi vocazionale... In tali circostanze pare che il mondo ci cada addosso... Ma non ci resta altro che ricominciare, e com'è difficile!
Ricominciare fa paura, risveglia moltissimi fantasmi: e se non ne ho la forza? E se rimango per strada? E se non c'è nessuno accanto a me per aiutarmi? Tanti «se» ci paralizzano e ci angosciano...
Giuseppe vive quest'esperienza così umana in prima persona. La sua vita, come più tardi sarà la vita di Gesù, non segue una linea retta, ma è piuttosto fatta di una curva dietro l'altra, di incessanti andirivieni. Proprio come la nostra! Il primo grande scossone per lui è la notizia che Maria è incinta. Questo lo obbliga a rivedere i suoi piani, facendosi carico di un figlio che non è suo ma è come se lo fosse. Che spirito grande e generoso è Giuseppe!
Però, con questo sconvolgimento di piani, la storia non finisce qui. Anzi. Egli si è appena abituato all'idea e ha accolto da poco Maria a casa sua ed ecco che deve mettersi in cammino per Betlemme, per obbedire a un obbligo di tutti i cittadini: il censimento. Tutti devono partire, e anche lui, portando con sé una donna alla fine della gravidanza. La fede e la fiducia non mettono al riparo dall'angoscia: possiamo immaginare la preoccupazione di Giuseppe, la sua inquietudine per un eventuale anticipo del parto o per le possibili complicazioni lungo un cammino di centocinquanta chilometri da fare a piedi.
Dopo che il bambino è nato in buona salute e dopo aver adempiuto agli obblighi del censimento, Giuseppe riceve – di nuovo in sogno – un avviso dell'angelo che gli dice di fuggire in Egitto perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. L'Egitto non è esattamente dietro l'angolo, ed egli deve cambiare ancora i suoi piani, salvare la vita di Gesù e di Maria, accettare di emigrare, cercare il modo di arrivare a destinazione e trovare un sistema per sopravvivere laggiù, in una terra sconosciuta.
Poi, un altro cambio di rotta: l'angelo gli dice di tornare in Israele. E Giuseppe prende il bambino e la madre e si mette di nuovo in cammino, pronto a ricominciare la vita in patria. Avrebbe potuto stancarsi, avrebbe potuto dire: «Una volta, va bene. Due, anche. Ma tre, o addirittura quattro... questo è troppo, basta! Noi restiamo in Egitto!». E invece ascolta, crede, si fida, e in questa fiducia trova la forza per ripartire.
Giuseppe pellegrino, sempre chiamato a ricominciare, sempre disposto a iniziare di nuovo, può ispirare ognuno di noi negli andirivieni del nostro cammino. Un'attenzione particolare meritano le persone che, come lui, si vedono obbligate ad abbandonare il loro paese e la loro famiglia: i rifugiati, la cui vita è letteralmente in pericolo; i migranti per ragioni economiche, che abbandonano tutto per cercare un futuro migliore per loro e per i loro figli. Nella nostra società frammentata, in cui ognuno pensa ai fatti suoi, ricominciare sempre di nuovo, nonostante la stanchezza della vita, sembra un vero miracolo.