Una commedia di Natale tra storia e attualità

Una commedia musicale natalizia molto amata e già messa in scena da moltissimi gruppi di giovani e compagnie teatrali: "Betlehem anno zero", che ci riporta, con un tuffo nel passato, nella piccola e antica città di Giudea proprio quando sta per nascere Gesù. E lì... si potranno fare delle scoperte molto interessanti.

La commedia e la storia

Probabilmente non sono passati duemila anni esatti da allora e non era nemmeno il venticinque dicembre. Le date non sono forse troppo precise, ma un fatto è certo: la nascita di Gesù di Nazareth ha segnato il tempo, ha cambiato il corso della storia di tutto il mondo occidentale incidendo, oltre che sul pensiero religioso e morale, sulla cultura, sull'arte, su tutti gli aspetti della vita civile. E la preziosa eredità di questo bambino ebreo venuto alla luce in un'umile grotta della città di Betlehem incide ancora oggi profondamente nella nostra società, giunta al terzo millennio.
Betlehem anno zero, spettacolo di teatro e musica, rievoca quel primo Natale attraverso la storia di Tamar e Caleb, una coppia di benestanti di Cafarnao giunti a Betlehem, come tanti altri, per un censimento; attraverso il loro strano incontro con il giovane astrologo Gabriel e con l'avido Amos, il padrone della locanda che rifiuterà di ospitare una donna galilea prossima a partorire.
Il tutto sullo sfondo di una piccola città che è terra di passaggio, popolata di stranieri – commercianti, immigrati e invasori – con le loro diverse lingue, i diversi colori della pelle e con tutti i problemi di intolleranza legati a una società multiculturale: una sorta di storicizzazione di problemi ancora oggi di grande attualità.


Uno sguardo nel passato... con gli occhi del presente

Quando si pensa alla scena della natività, tutti hanno in mente l'immagine da cartolina di un presepio, al massimo con qualche elemento arabeggiante: le casette, il paesino, la gente che va alla capanna, qualche cammello e una palma. Molto poco si sa, in generale, di come fosse la vita in quei luoghi e in quei tempi. Per esempio, non ci s'immagina una popolazione alle prese con un grande via vai di stranieri. Sì, perché il fenomeno dell'immigrazione non nasce ai nostri giorni, ma parte dalla notte dei tempi. E anche in Palestina, ai tempi della nascita di Gesù, c'era chi si lamentava di questo e affermava: «Prima i Giudei!». Lo stesso Gesù, insieme alla sua famiglia, si ritrovò nella condizione di profugo quando, dopo la nascita, Giuseppe fu costretto alla fuga in Egitto per salvare il bambino dalla furia di Erode.

Una comicità che fa riflettere

Castigat ridendo mores, recita l'antica frase latina, che compare sui frontoni di molti teatri. È la tradizione classica della commedia: far riflettere e magari stimolare a cambiare dei comportamenti attraverso l'ironia. Betlehem anno zero possiede proprio questa caratteristica: è ricca di spunti comici, ha un andamento agile e brillante e belle canzoni in cui le atmosfere antiche si fondono a ritmi e suoni contemporanei, caratterizzando in maniera nuova e originale l'avvicendarsi di musica e prosa.
È uno spettacolo adatto a tutti i contesti, per un Natale in palcoscenico, dove mettere in scena curiosità storiche e temi di riflessione sulla pace, sull'amore universale, sulla tolleranza e dove il passato e il presente convivono nella magia e nel divertimento del teatro.

 

8019118033437SCHEDA TECNICA
Betlehem anno zero

Titolo: Betlehem anno zero
Autori: Daniela Cologgi (copione, testi delle canzoni), Giampaolo Belardinelli (musiche)
Genere: Commedia musicale
Atti: Unico
Destinatari: Giovani/Tutti

Personaggi/attori: Da un minimo di dieci attori con il sistema delle parti multiple (tra ruoli femminili e maschili), fino a circa trenta partecipanti tra attori, cantanti e ballerini.

Canzoni: 1. Il mercato di Betlehem – 2. Ai quattro venti – 3. Un'antica profezia – 4. Mi manda il re - Cento volti cento lingue – Carovane - Che notte strana - Notturno (strumentale) - È Natale ancora

Trama: Caleb, ricco mercante di Cafarnao, e sua moglie Tamar arrivano a Betlemme per il censimento. Qui si imbattono in diverse realtà culturali: è infatti terra di passaggio popolata di stranieri (immigrati, commercianti, invasori) e confusa nelle diverse lingue (aramaico, arabo, greco, latino). Incontrano strani personaggi, tra cui Amos, avido locandiere padrone dell'albergo "Ai Quattro Venti"; Naum, il frivolo lacchè di Erode; e Gabriel, giovane aspirante astrologo convinto di avere scoperto una stella che annuncerebbe l'imminente nascita di un re. Solo alla fine, dopo rivelazioni e colpi di scena, la storia dei due protagonisti Caleb e Tamar si congiunge a quella della nascita del bambino atteso come messia.

Tematiche: Natale, multiculturalità, immigrazione, accoglienza.

Per l'allestimento: La scena è unica per tutto lo spettacolo e può essere realizzata con diverse soluzioni. L'ambientazione è antica (uno scorcio della cittadina di Betlemme); si può scegliere un allestimento tradizionale e descrittivo, come una scenografia evocativa e meno dettagliata. Nel copione sono riportati alcuni utili suggerimenti. Lo stesso discorso vale per i costumi: si può scegliere di realizzarli in modo realistico, o adottare un sistema più semplice e stilizzato, a volte anche molto efficace.
Per quanto riguarda l'impianto tecnico, essendo uno spettacolo in parte musicale ovviamente è utile una buona amplificazione degli attori-cantanti, specie se il teatro è grande. Si consiglia sempre l'appostamento di una "spia", una cassa nascosta dietro palcoscenico per permettere agli attori di sentire bene la base musicale.
Anche un buon impianto luci contribuisce a creare ed evidenziare le atmosfere suggerite.

Commenti: Con Betlehem anno zero l'evento storico della nascita di Gesù di Nazareth diventa spunto di riflessione su problematiche antiche ancora oggi attualissime: multiculturalità, emigrazione, tolleranza, pace. È uno spettacolo brillante, già sperimentato con successo da molte compagnie. Facilmente incontra l'apprezzamento del pubblico, in quanto riunisce diversi aspetti, in particolare la leggerezza e la comicità con la riflessione e numerosi riferimenti storico-culturali.
I ruoli sono ben delineati e una buona regia potrà guidare gli attori a personalizzarli secondo le proprie capacità e caratteristiche. Il personaggio di Caleb rappresenta un ruolo tipicamente da "caratterista": richiede buoni ritmi di recitazione e talento comico; non è necessario che sappia cantare bene perché il suo compito come cantante è trascurabile. Anche Tamar è una "caratterista", ma, oltre a diversi interventi, deve sapersela cavare anche come interprete musicale. Capacità canore devono possedere anche gli attori che impersonano Gabriel, Amos, e Naum; quest'ultimo ha una piccola parte, ma molto divertente.
Nell'insieme la messinscena non presenta particolari difficoltà; è opportuno, come sempre in questo genere di spettacoli, mantenere un buon ritmo generale e una certa misura e buon gusto nel combinare ambientazione antica e generi musicali moderni.

 


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