Virtuale è reale

La nostra vita si svolge sempre più nella dimensione online. «Virtuale è reale» è un modo per ricordare che piattaforme social e chat non sono una simulazione della realtà, ma la realtà stessa dei rapporti interpersonali, e che le parole che usiamo hanno sempre conseguenze.

Una mia storia

Qualche settimana fa, come spesso mi capita, ho incontrato i ragazzi di una seconda media (perdonatemi se la chiamo ancora così). Argomento: «I dieci principi di Parole O_Stili per dialogare, argomentare, non discriminare». Li leggiamo insieme, mostro le mie slide colorate, porto molti esempi. Mano alzata:
«Prof, posso parlare?».
«Certo, ma non sono una prof, chiamami Rosy».
«Prof, a me il principio che piace di più è il numero 6, quello che dice che le parole hanno conseguenze».
«Sì, è tosto. Come mai ti piace?»
«Perché io l'ho vissuto. È da quando sono piccola che mi prendono in giro. Prima perché ero troppo magra e ora, dopo una cura di cortisone, perché sono troppo grassa. Lo dicono e lo scrivono nelle chat. Nessuno però mi ha mai chiesto il motivo di questo cambiamento e per ciò spesso mi sento sola, tanto. Quelle parole mi fanno male, ma loro non lo sanno. Non sanno che avevo anche pensato di farla finita. Ma per fortuna c'è mia mamma...».
Una lacrima, il silenzio accogliente dei compagni. [...]

Una nuova stanza

A proposito di rete. Sono una mamma, a volte preoccupata per quello che i miei figli possono trovare navigando: cyberbullismo? body shaming? dipendenza da Internet?
Continuo ostinatamente a credere che il mondo online (quello dei social, delle chat, delle app) sia un posto stra-or-di-na-rio (se fossimo online lo scriverei maiuscolo), ma dipende da noi, dalla consapevolezza che abbiamo nell'abitare questo luogo.
Luogo, sì. Mi piace pensarlo come «la nuova stanza delle nostre vite». Entro, esco, posso stare da sola o in compagnia, ascolto e parlo, mi informo, mi diverto, mi arrabbio e ogni tanto quella stanza la riordino e la pulisco.
Ha una finestra dalla quale riesco a sporgermi, ma posso anche decidere di stare sempre dietro quel vetro. Nella mia vita ho condiviso diverse stanze: prima con i miei fratelli, al tempo dell'università con Veronica ed Elisa, poi in ufficio, per non parlare di quella con mio marito. Hanno sempre contato poco le ampiezze e le comodità; la differenza l'ha fatta il tipo di relazione che ho avuto con chi quella stanza l'ha abitata insieme a me. Non si va sempre d'amore e d'accordo, ma il mio comportamento dice agli altri quanto li rispetto, e quanto conta la nostra relazione. L'ordine, la pulizia, le abitudini, gli orari... sono regole per dare aria alla libertà mia e dell'altro.

paoline giovanni grandi virtuale e reale libro 1Le stanze online

Online succede la stessa cosa. Le nostre nuove stanze sono i social, le chat, le mail, le videochiamate: ma a pensarci bene questi luoghi non hanno nulla di virtuale se non il mezzo che usiamo per entrarci. Leggo la rassegna stampa (curata dai giornalisti) grazie agli abbonamenti online; seguo l'hashtag di una notizia in tempo reale (raccontata da diversi account) su Twitter; le riunioni su Meet e Zoom (con i colleghi) non si contano più; se sono in trasferta lascio la buonanotte ai miei figli con un messaggino su WhatsApp.
Tutto questo è virtuale o reale? La risposta è nel titolo di questo libro, che non a caso è anche il primo principio del Manifesto della comunicazione non ostile.

Oggi

Credo che quando idee, passione e professionalità sono a servizio di un bene comune sappiano trovare le strade migliori per arrivare lontano. Mai da sole, però. Oggi sono la presidente dell'associazione Parole O_Stili (anche se tutti sanno che preferisco definirmi la mamma di questo progetto).
Quel 17 febbraio 2017, giorno in cui abbiamo presentato per la prima volta il Manifesto, il mio solo merito è stato di «apparecchiare la tavola» attorno alla quale, in questi anni, si sono seduti in tanti, tantissimi. Ciascuno offrendo la propria parte.
Giovanni Grandi a quella tavola c'è stato fin da subito (con la curiosa fiducia che si concede a un'amica) e gli riconosco un contributo davvero unico: essersi tuffato nella profondità di quei dieci principi restituendoci riflessioni e racconti che sanno arrivare diretti all'esperienza di ciascuno di noi. Perché l'essere e il comunicare sono profondamente legati.

Questo libro

E in queste pagine Giovanni ce lo racconta molto bene attraverso parole che sanno tenere ancorati alla nostra quotidianità quei dieci principi.
Allenarci, spenderci, rielaborare, posare lo sguardo, rompere gli schemi e arrivare alla soglia del silenzio sono alcuni dei passaggi che siamo invitati a fare per riflettere sulle nostre azioni digitali automatiche e capire quali sono le dinamiche che le governano. È solo con questa consapevolezza che potremo scardinare quei comportamenti ostili che inquinano e rendono poco sostenibili le nostre relazioni digitali.
Grazie, Giovanni. Sono sicura che questo libro ci aiuterà a trovare soluzioni nuove per gettare «un ponte tra le rive delle nostre esistenze». Quando impareremo a intrecciare virtuale e reale, quella nuova stanza sarà per tutti un posto più accogliente.

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Virtuale è reale
Aver cura delle parole per aver cura delle persone

La vita di tutti, specialmente delle nuove generazioni, si svolge sempre più nella dimensione online, sulle piattaforme social e attraverso le chat. Gli ambienti online non sono una simulazione di realtà, sono la realtà stessa delle relazioni interpersonali e sociali.

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