Dopo “Sconosciute” e “Manchevoli”, la biblista Alice Bianchi tratteggia un altro gruppo di figure bibliche, accomunate questa volta da un “volto oscuro”, da una potenzialità negativa che un po’ caratterizza ognuno di noi.
La Scrittura è piena anche di storie di violenza. Uomini e donne malvagi che popolano le pagine bibliche più buie, ma anche persone normalissime che per una serie di motivi si ritrovano loro malgrado a tradire, condannare, uccidere. Vestono panni da carnefici per paura o convenienza, lealtà al proprio ruolo, ingenuità, oppure per mancanza di alternative. E solo in pochi casi riescono a non cadere nella parte più oscura della natura umana.
Dopo Sconosciute e Manchevoli, la biblista Alice Bianchi tratteggia altre figure bibliche, caratterizzate e accomunate da questa oscurità. Ma con una precisazione: «Questo libro – scrive l’Autrice - non vuole essere una cella affollata di mostri sanguinari. I personaggi della Scrittura qui raccolti, una cinquantina, offrono piuttosto uno spaccato del mondo così com’è, ovunque, ogni giorno. Tutti e tutte loro, come noi, sono in grado di fare del male: c’è chi lo compie per qualche ragione, chi per nessuna, e un esiguo numero si sfila dall’elenco per un pelo. I loro ritratti sono appena abbozzati, perché chi legge possa riconoscerci dentro altre vicende, vicine o lontane, personali o comuni».
Rinarrare alcune di queste storie buie della Bibbia è un po’ come guardarsi allo specchio. Con una certezza: qualsiasi cosa accada, la storia della salvezza non scavalca, ma attraversa anche le vicende più brutali e drammatiche.