«I miei giorni a Brancaccio con padre Puglisi»

Nuovo libro di Roberto Mistretta, in cui Giuseppe Carini – collaboratore di don Puglisi e testimone di giustizia - racconta in prima persona in quale modo il rapporto con don Pino gli cambiò la vita, portandolo a compiere scelte definitive.

Aveva 21 anni Giuseppe Carini quando conosce padre Puglisi a Brancaccio, quartiere di Palermo gravemente ferito da povertà, analfabetismo, illegalità, assenza di servizi. Don Pino era giunto lì come parroco nel 1990. La sua azione evangelica coinvolge bambini, famiglie, volontari, ed è così autentica e coerente da scardinare le leggi non scritte della criminalità. Fino al tragico epilogo: il suo omicidio per mano mafiosa nel 1993.

Giuseppe, come molti della sua età, è attratto dal mondo mafioso, dal mito dell’uomo d’onore, ma l’incontro con don Pino lo folgora. Diviene suo stretto collaboratore, fino al giorno dell’omicidio. E resterà fedele ai suoi insegnamenti al punto da divenire nel 1995 testimone di giustizia, entrando nello speciale programma di protezione previsto in questi casi.

Nel nuovo libro di Roberto Mistretta – già autore, con Paoline, di diversi volumi di impegno civile, come Don
Fortunato Di Noto. La mia battaglia in difesa dei bambini
e la pluripremiata biografia Rosario Livatino. L’uomo, il giudice, il credente - Giuseppe Carini racconta in prima persona in quale modo il rapporto con don Pino, a poco a poco, gli cambiò la vita, portandolo a compiere scelte definitive. Da tempo è un altro uomo: per motivi di sicurezza ha dovuto cambiare identità e luogo di residenza. Ma gli insegnamenti di quel prete speciale alimentano tuttora i suoi giorni. E in queste pagine risuonano intatti.

Ad arricchire il volume ci sono la Prefazione di Giovanbattista Tona, consigliere della Corte di Cassazione e allievo spirituale di don Puglisi. E, in appendice, il testo integrale della requisitoria pronunciata dal pubblico ministero Lorenzo Matassa il 23 febbraio 1998 davanti alla Corte d’Assise di Palermo, in occasione dei procedimenti penali celebrati in quel periodo contro gli esecutori dell’omicidio di don Puglisi.


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