Il genocidio del popolo armeno

Si commemora ogni anno il 24 aprile una delle grandi tragedie del secolo scorso: una ferita nella storia difficile da “rimarginare”.

Nel corso della Prima guerra mondiale, l'Impero Ottomano fu teatro di un evento tragico: il genocidio del popolo armeno. Il governo ultranazionalista dei Giovani Turchi, spinto dal desiderio di “turchizzare” l'area anatolica, decise di deportare e sterminare la comunità armena presente nel territorio fin dal VII secolo a.C.. Tra il 1915 e il 1916, circa 1,5 milioni di persone furono deportate e massacrate: subirono torture, stupri e deportazioni forzate in condizioni disumane.

Il genocidio viene ricordato ogni anno il 24 aprile. Due elementi rendono ancor più tragico l’anniversario quest’anno. Da un lato, ancora oggi non c’è un pieno riconoscimento dei fatti da parte di diversi Paesi; dall’altro, la recente tragedia che ha colpito il popolo armeno. Nel settembre scorso, infatti, dopo una guerra lampo con l’Azerbaijan, la repubblica del Nagorno Karabakh, a stragrande maggioranza armena, ha cessato formalmente di esistere, costringendo oltre centomila abitanti a scappare nella vicina Armenia.

In un tempo come il nostro, costellato di guerre, più o meno note, ma che sembrano ormai coinvolgere i quattro angoli del pianeta, ricordare drammatici eventi come quello del genocidio armeno diventa ancora più importante. Non soltanto per un debito di memoria, ma per poter comprendere e giudicare con spirito critico ciò che stiamo vivendo oggi.

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