Il Vangelo disatteso

I due gesuiti, p. Felice Scalia e p. Ferdinando Di Stefano, propongono una rilettura di alcuni brani evangelici che non si sono tradotti, nella vita dei credenti e della Chiesa, in concretizzazione di un’umanità nuova.

Il cristianesimo è farsi pane spezzato e vino versato per i nostri fratelli e sorelle. La Chiesa, comunità dei credenti in Cristo, ha ricevuto la missione di trasmettere, portare avanti e concretizzare il messaggio rivoluzionario del Vangelo. Vangelo di cui, però, molte pagine sono disattese 

Padre Felice Scalia e padre Ferdinando Di Stefano, entrambi gesuiti, partono da questa considerazione per ripercorrere alcuni brani dei Vangeli sinottici che, più di altri, sembrano non essere diventati vita concreta nei credenti, nella Chiesa. Brani dimenticati, disattesi, “addomesticati”, che non hanno mai fatto nascere l’umanità nuova, quella risorta, come era nei piani di Gesù.

Dal Vangelo, ridotto a biografia personale del falegname di Nazaret che pensava di salvare il mondo, non sono ancora emersi, di fatto, quei valori capaci di rendere umana la vita e possibile la pace sulla Terra. Scrivono gli Autori nell’introduzione: «A noi sembra che, se si riduce il Vangelo a illuminazione della mente, a ricchezza intellettuale, sia inevitabile da una parte viverlo dentro le mura ovattate di una chiesa di pietra nello splendore di sacre liturgie, dall’altra trascurare, disattendere quei richiami che stravolgerebbero la nostra esistenza di umani tra gli umani, riservandoli come dovere di vita solo a ceti privilegiati come monaci e monache. Così il Vangelo diventa un bel polveroso libro di archeologia religiosa, cioè un Vangelo senza Vangelo, in cui si parla di un cristianesimo senza Cristo».


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