Un romanzo giallo, ambientato tra i palazzi e i caffè storici di Firenze e le eleganti ville delle colline circostanti. Una storia che affronta i temi drammatici e delicati della pedofilia e del traffico di esseri umani.
Sara Levin, un’esperta profiler che ha collaborato con l’Unità di Analisi del Crimine Informatico, dopo essere stata vittima di un rapimento è costretta a cambiare identità. Chi l’ha sequestrata è ancora in libertà. L’ispettore Nardi, che sta indagando sulla sparizione di alcuni minori, viene incaricato di mettere la donna sotto scorta.
Ma che cosa ha visto Sara che non avrebbe dovuto vedere e che cosa ha sentito che non avrebbe dovuto sentire? Attraverso intercettazioni, appostamenti, travestimenti, e grazie anche alle intuizioni del commissario Cordelli – detto Post-it da chi ne canzona l’uso smodato di bigliettini gialli e la Volpe da chi invece ne apprezza il fiuto investigativo –, si snoda una vicenda che lambisce aspetti profondi e oscuri dell’animo umano. Quasi come controcanto, a fare da ambientazione è Firenze, la bellezza senza tempo della città e delle colline circostanti.
Teresa Bruno, psicologa psicoterapeuta, da anni attiva sul fronte dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia, già presidente del Centro Antiviolenza Artemisia di Firenze, affronta temi difficili e disturbanti come la pedofilia e il traffico di esseri umani attraverso lo strumento, efficacissimo, della narrazione, del romanzo. Un modo diverso per fare luce su una realtà di cui si preferisce troppo spesso non parlare.