La comunione che viene

Un saggio a tre voci che affronta, in modo radicale – nel senso più genuino del termine – questioni centrali e fondamentali per i cattolici.

Paul Colrat, Foucauld Giuliani e Anne Waeles sono tre giovani trentenni cattolici, docenti di Filosofia. Il loro libro La comunione che viene. Giovani, politica e fede nasce dall’esperienza e dagli incontri all’interno dei due caffè-coworking associativi di Parigi e Lione. Questi luoghi, che si propongono di lasciarsi ispirare dal Vangelo, mirano ad affinare il senso del bene comune attraverso specifiche iniziative (conferenze, mostre, attività sociali, trasmissione di competenze manuali ecc.).

Il libro è introdotto da una prefazione di Andrea Grillo, che ci offre l’esatta collocazione e portata delle pagine che seguono: «Il fatto che giovani filosofi francesi, che si presentano come semplici parrocchiani e che sono entrati in relazione in due cafés di Lione e Parigi, offrano una rilettura complessiva delle sfide politiche per il cattolicesimo contemporaneo con una miscela sorprendente di radicalismo evangelico, di raffinata analisi culturale e di passione per la tradizione cristiana, è fin dal primo impatto un dato che sorprende. In Italia non abbiamo caffè parrocchiali che ripensano la Chiesa e il mondo. Né abbiamo, ordinariamente, il coraggio di intrecciare Vangelo, cultura, sfide sociali e giudizi storici con quella freschezza che il testo che abbiamo tra le mani ci offre, con un’allure tutta francese, ma con una serie di evidenze che attraversano tutto il campo dell’esperienza europea e mondiale».

I temi trattati nel libro sono tanti. Tra i principali, la depoliticizzazione del cattolicesimo e la destituzione dell’economicismo. Con una radicalità che non porta all’antipolitica ma, al contrario, alla consapevolezza della necessità, per i cattolici, di recuperare quell’impegno politico già tutto contenuto nel Vangelo. C’è una libertà di espressione, nei tre autori, che a volte può anche apparire esagerata, soprattutto quando entrano in tematiche “sensibili” come la difesa della vita o le radici cristiane dell’Europa. Ma è proprio in quella libertà che risiede la forza del testo e la sua utilità per il lettore italiano.


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