Il nuovo romanzo di Laura Cappellazzo, che ci parla di diritti negati, resilienza, speranza.
Goli è una donna iraniana costretta a lasciare la sua terra per salvare se stessa e i suoi due figli. Nonostante la sua giovane età, sente di aver già vissuto tre vite. La prima in Iran, dove la parola e la vita di una donna vale poco, troppo poco. A dodici anni Goli viene data in sposa a un uomo violento, da cui divorzia. A quindici si risposa con un uomo ugualmente malvagio, da cui ha due figli. Divorzia di nuovo. La seconda vita è in viaggio. Goli abbandona Isfahan, la città dove ha sempre vissuto, e intraprende un viaggio di centinaia di chilometri lungo la rotta balcanica, traiettoria generalmente seguita dai migranti che dalle regioni asiatiche intendono raggiungere l’Europa. Un viaggio fatto di violenza e soprusi. La terza vita si svolge in Italia, al presente. Goli racconta della fatica di ricominciare, lasciandosi i fantasmi alle spalle.
Ispirato a fatti realmente accaduti, questo romanzo di Laura Cappellazzo – autrice particolarmente sensibile ai diritti umani e alla condizione femminile - è un excursus nella società iraniana, dove la parola di una donna, in tribunale, vale la metà di quella di un uomo; è una testimonianza dei soprusi cui va incontro chi si trova nella posizione “debole” di migrante; è la rivelazione del coraggio e della perseveranza di una donna che non ha mai smesso di difendere la propria dignità.
«Abbiamo camminato – dice Goli - camminato e ancora camminato. Abbiamo anche riso […]. Ma il più delle volte abbiamo avuto paura: che qualcuno ci vedesse, ci denunciasse. Però abbiamo resistito: passo dopo passo, imprevisto dopo imprevisto, silenzio dopo silenzio. Vita dopo vita».