Il libro della Sapienza è l’opera più filosofica della Bibbia. Uno scritto affascinante anche se talvolta oscuro, teologicamente elevato e curato nella lingua e nella forma. Offre uno spaccato della cultura e della religione giudaica in Alessandria d’Egitto nel secolo I a.C., e si presenta come una riflessione teologica così raffinata da risultare estranea al mondo dell’Antico Testamento. Eppure, il libro della Sapienza è uno di quei testi che si imprime con forza nel cuore e nella mente, e che appartiene al patrimonio religioso cristiano più di quanto comunemente si possa immaginare.

Questa nuova versione, con introduzione e commento di Sebastiano Pinto, è suddivisa in tre parti.
Nella prima parte, introduttiva, si mostra il variegato panorama che ruota attorno a Sapienza e la fatica con cui questo libro è stato accolto nel quadro degli studi sull’Antico Testamento. Nella seconda parte (traduzione e commento), con un taglio prettamente storico-critico, l'attenzione alla filologia, alla retorica e alla storia, permetterà di attingere al meglio il significato profondo dei diciannove capitoli che compongono l’opera. Infine, una terza parte si focalizzerà sul messaggio teologico di Sapienza.

Il volume fa parte della prestigiosa collana Paoline I Libri Biblici, che nei mesi scorsi si è arricchito anche del libro dedicato alla Lettera a Filemone (Nuova versione, introduzione e commento di Antonio Pitta). Un commentario alla più breve lettera di Paolo, in cui l’Apostolo mostra come «l’essere in Cristo» determini anche un ripensamento delle relazioni sociali nelle comunità protocristiane.

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