Il nuovo abate di Montecassino

I nostri più cari auguri e la nostra preghiera per fratel Luca Fallica, nominato da papa Francesco nuovo Abate di Montecassino.

Più volte, anche personalmente, abbiamo potuto sperimentare la sua capacità di penetrare la parola di Dio, di farne brillare la ricchezza e di accompagnare all’incontro con la sua acqua viva zampillante.
Chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo, o di leggerlo, sa quanto siano di impatto alcune sue intuizioni. Per questo condividiamo un brano tratto da uno dei suoi testi, perché diventi l’augurio che rivolgiamo a lui e alla sua nuova comunità. È tratto da uno dei commenti ai Vangeli festivi pubblicati con noi Paoline (Un tesoro tra le mani. Anno A, 2016).

«Dunque, quando lo sposo verrà, non troverà nessuna vergine degna di lui, perché tutte si saranno addormentate?
No, perché allora, e solo allora, si manifesterà la vera differenza tra le une e le altre, tra stoltezza e sapienza. C’è chi ha dell’olio e chi non lo ha; chi lo ha preso in piccoli vasi e chi non si è preoccupata di farlo. Forse tutte hanno acceso le loro lampade, ma non tutte hanno preso una scorta di olio sufficiente a sopperire all’eventuale ritardo dello sposo. Così le lampade si sono spente, nel modo stesso in cui le vergini si sono addormentate. E alcune tra loro, al momento necessario, non avranno abbastanza olio per riaccenderle e alimentarle.
Le cinque vergini sagge hanno messo in conto il loro limite; hanno previsto di non riuscire a vegliare fino in fondo e sono corse ai ripari, escogitando un rimedio e procurandosi olio a sufficienza, per poter riaccendere le lampade al momento opportuno. È questa la sapienza alla quale ci invita Gesù: saper riconoscere le proprie debolezze e prevenirle, con umiltà e intelligenza. La sapienza nasce dall’incontro armonioso tra queste due qualità: umiltà e intelligenza. Se non è intelligente, l’umiltà diventa ignavia. Se non è umile, l’intelligenza si inorgoglisce e genera superbia.
La sapienza autentica conosce tanto l’umiltà di chi accoglie la propria debolezza, quanto l’intelligenza di chi sa prevenirla con adeguate contromisure. Sono qualità che occorre avere nel proprio zaino personale: ci appartengono, nessuno ce le può dare se non siamo noi a custodirle, né esiste un mercato dove comperarle.
L’olio va preparato prima e custodito nei propri vasi. Noi vorremmo che le nostre lampade fossero sempre accese e splendenti. È una pretesa eccessiva. Occorre riconoscere che c’è un tempo in cui la torcia va tenuta accesa e un tempo in cui è bene lasciarla spegnere. Momenti in cui vegliare e momenti in cui riposare.
Tempi in cui essere pronti, ansiosi per l’imminenza di una venuta, e tempi in cui accettare un’assenza, un ritardo. Senza drammi e senza affanni. L’olio però deve essere custodito, non può mancare. A volte sarà in un vaso, inutilizzato, al punto che possiamo rischiare di ritenerlo inutile. Ma quando il grido dello sposo ci risveglierà dal sonno, potremo con esso riaccendere subito le lampade spente».

Ti auguriamo, carissimo fratel Luca, di riuscire a discernere i tempi, di custodire costantemente l’olio, perché al momento giusto nuova sapienza e nuovo sapore possa diffondersi attraverso le tue scelte e il tuo buon cuore!
Buon cammino da tutte e tutti noi!


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