Il valore simbolico della rugiada è collegato al territorio assolato e arido della terra biblica resa feconda dalla rugiada. Per quest'effetto vitale la rugiada è simbolo della luce dell'alba, di benedizione, ristoro spirituale, di pace e prosperità, fraternità. Per la sua breve durata, simbolo di amore superficiale.
Isacco benedice Giacobbe con queste parole: «Dio ti conceda rugiada dal cielo, terre grasse, frumento e mosto in abbondanza» (Gn 27, 28). La sua mancanza è segno della maledizione di Dio (cfr. 1Re 17, 1). La rugiada è dono divino prezioso che solo Lui può concedere (Gb 38,28; Dt 33,13). Durante il cammino nel deserto verso la terra promessa, dallo strato «strato di rugiada intorno all'accampamento scaturisce la manna, che è il pane che il Signore vi ha dato in cibo» (cfr. Es 16,13). Anche la sua parola è come rugiada ristoratrice e benefica (Dt 32,2). La rugiada che feconda la terra è immagine della presenza nascosta di Dio, che benedice il suo popolo e l'accompagna nella storia. Egli stesso s'identifica con la rugiada: «Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano» (Os 14,6).
La rugiada che ai primi raggi del sole scompare velocemente è simbolo della superficialità della fede del popolo: «Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce» (Os 6,4; 13,3). Il popolo fedele a Dio in mezzo agli altri popoli avrà gli effetti positivi della rugiada che proviene dal Signore (Mi 5,6). Il profeta Isaia nel simbolo della rugiada interpreta il riscatto nazionale del popolo che sarà simile a una rinascita: «Sì, la tua rugiada è rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre» (cfr. Is 26,19).
La rugiada insieme all'olio nel salmo 133 è simbolo di fraternità. Questa è un dono così grande da essere paragonata alla rugiada che, scendendo abbondante dall'alto del monte Ermon, rende le valli che lo circondano verdi e feconde. Quando i fratelli vivono uniti, nella comunità dove risiedono, si realizzano gli effetti vivificanti e fecondi della rugiada che scende dall'alto cioè da Dio.
Il salmo 110, nella versione CEI, recita: «A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell'aurora, come rugiada, io ti ho generato» (v.3). Non è facile per la difficoltà di tradurre il testo ebraico capire a quale personaggio si riferisca. Al re? Al sacerdote? Al re con funzioni sacerdotali? O forse al re, il quale, vestito da sacerdote, con sacri ornamenti, è come se fosse rinato nel giorno della sua intronizzazione? Per i cristiani di rito cattolico questo salmo, il più citato dell'AT nel NT, si riferisce alla risurrezione e ascensione di Gesù. Gesù Cristo, morto e risorto, è il sacerdote alla maniera di Melchisedek, che ha ricevuto ogni potere dal Padre, ed è il vincitore del peccato e della morte. Il Salmo 110 si prega nella liturgia dei Vespri di tutte le domeniche di tutto l'anno e in tutte le grandi feste.
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