Io sono... noi!

Io - Tu - Noi

Basta ricordare l’evento della Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, per rendersi conto di come l’appartenenza, il sentirsi-dentro, sia un bisogno fondamentale della persona umana, che si manifesta, in modo particolarmente urgente, in specifiche fasi del suo sviluppo: nel venire al mondo e sentirsi nella mente della mamma, in sintonia con l’ambiente che lo accoglie, nel momento del passaggio dalla famiglia alla scuola, nella preadolescenza e nell’adolescenza.

Nei volti dei giovani partecipanti alla GMG, volti trasformati dalle emozioni, si leggeva proprio questo: «Non voglio essere solo. Desidero essere riconosciuto. Chiamato per nome. Appartenere. Essere un “noi”». A qualcuno potrebbe sembrare riduttiva una lettura puramente psico-sociologica dell’evento e lo sarebbe certamente se si escludessero i fattori spirituali e di fede che lo caratterizzano. Naturalmente non si vuole effettuare nessuna esclusione, ma, ai fini di questo contributo, ci atteniamo a una lettura psicologica, come tassello del Dossier, che affronta la problematica in modo globale, avvalendosi dei diversi articoli.

Riconoscimento del bisogno

Non si può pensare all’adolescente, senza vederlo in rapporto con i suoi coetanei, alla ricerca di amicizie, sullo sfondo di un gruppo. La ricerca di investimenti affettivi, sempre più allargati, orienta il suo sviluppo. Ha inizio, così, la profonda trasformazione, che coinvolge l’adolescente nelle sue relazioni con il mondo esterno, a partire da quella con i genitori, con se stesso, con il proprio corpo.
«La scelta» degli amici diventa sempre più autonoma, fino a condurre a preferenze completamente opposte rispetto a quelle suggerite e desiderate dai genitori. Questa situazione provoca spesso, soprattutto in mamme ansiose, la tentazione di pensare che siano gli amici, i balordi che traviano il povero bambino, mentre non ci si interroga sul perché il figlio ricerchi quegli amici, quale bisogno lo spinga a tali scelte. A volte è proprio la necessità di differenziarsi dall’ambiente familiare, il bisogno di definirsi come altro. La scelta di un amico, così lontano dai modelli proposti dalla famiglia, può essere la spia della voglia di esplorare parti sconosciute di sé e del mondo, zone misteriose e affascinanti, anche per quell’alone di pericolo che le circonda.

Espulso dall’infanzia, sulle soglie del mondo degli adulti, senza patria e senza paese, egli cerca qualcuno, nelle sue stesse condizioni, con cui condividere i nuovi spazi di scoperta di esperienza e anche di trasgressione.
Tutto ciò si ritrova nella suggestiva immagine del pesce-ragazzo, circondato dal suo branco, che si avventura nel grande mondo ancora ignoto, così come è stato espresso da una ragazza: «La mia età è un immenso mare blu, abitato da numerosi pesci di tante forme e colori, legati insieme per la vita stessa. Ognuno ha il suo compito, è un piccolo anello di una catena ininterrotta… Ognuno può andare dove vuole, ma ha sempre i suoi confini per non perdersi, per non incontrare il pesce più grosso e perdere la vita. Ogni pesce-ragazzo è circondato dal proprio gruppo. Io sono come ogni altro piccolo animale del regno, circondata dal mio “mondo”, dalla mia gente».

Rispetto e manipolazione

Se il bisogno di appartenenza è forte, forte è anche la manipolazione che ne può essere fatta. Il gruppo può diventare banda e branco, ricettacolo degli aspetti più fragili che, nascondendosi dietro l’illusoria onnipotenza della banda, possono condurre ad agiti (cioè a sentimenti, desideri o impulsi, espressi attraverso l’azione, invece che con il linguaggio) violenti e di sopraffazione.
Anche nel caso che non si precipiti in comportamenti devianti conclamati, si possono verificare dinamiche di sopraffazione sui membri più deboli. In queste situazioni il gruppo diventa l’unica realtà a cui offrire rispetto e sottomissione, per cui esso blocca il processo di individuazione e di crescita del singolo, che avrebbe dovuto favorire.
Ancora una volta appare essenziale offrire ai ragazzi, che ospitiamo nelle nostre strutture ecclesiali, spazi e occasioni per riflettere e confrontarsi su una dimensione essenziale del loro vissuto, come il bisogno di appartenenza.


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