La preghiera stimola i ragazzi a scoprire Gesù come uomo solidale, aperto agli altri, attento alla persona, invitandoli a imparare ad amare, a coltivare l'altruismo ed essere "mani operose" nel quotidiano.
In una zona della sala si colloca un albero, il cui tronco rappresenta le mani di Dio; tante mani colorate, che riportano la preghiera finale, indicano i frutti. Davanti una Bibbia aperta e un cestino con diversi pennarelli.
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Catechista: «Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni».
Il Vangelo, che ascolteremo, ci presenta un Gesù aperto agli altri, aperto all'amore e alla solidarietà.
Un Maestro che non intende insegnare a essere solidali solo con le parole, ma rimboccandosi le maniche in prima
persona.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,29-39)
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: "Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!". E Gesù gli ordinò severamente: "Taci! Esci da lui!". E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!". La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.
Catechista: Gesù guarisce la suocera di Pietro e, in quella occasione, anche tanti altri affetti da varie malattie e posseduti da demoni, ma poi si ritira in preghiera perché è nella preghiera e nel rapporto con il Padre che trova l'energia, la forza, l'amore per prendersi cura degli altri.
1 Ragazzo: Gesù, passo dopo passo, stiamo imparando a conoscerti come uomo coraggioso, gioioso, amorevole e, oggi, da questo brano del Vangelo, comprendiamo anche il tuo essere solidale, pronto ad aiutare non solo i tuoi amici, ma anche gli sconosciuti e i peccatori.
Tutti: Gesù, tu ci insegni che l'amore non si esprime solo con le parole, ma deve rendersi concreto attraverso l'azione, il servizio. Aiutaci ad essere cristiani solidali, tuoi imitatori, pronti a donare e a donarci agli altri, pronti al servizio in famiglia, nella parrocchia, a scuola.
2 Ragazzo: La folla era attorno a te, Gesù, ma tu, dopo aver aiutato gli altri, ti sei ritirato in un luogo deserto per pregare. Tu ci insegni che non esiste solidarietà e condivisione, se non si coltiva e si manifesta l'amore, se non ci si raccoglie in preghiera, per trovare la forza in Dio Padre e capire come fare il bene.
Tutti: Gesù, il nostro aiutare l'altro non sia un semplice «fare», ma abbia le radici in te. Rendici capaci di attingere, dalle mani del Padre, l'amore che è la fonte della solidarietà. Solo in te e in Dio Padre, per la forza dello Spirito Santo, possiamo trovare la giusta motivazione perché la solidarietà non si riduca a un'azione da compiere, ma diventi per noi uno stile di vita.
Sulle note del canto Frutto della nostra terra (F. Buttazzo, Paoline), ognuno si avvicina all'albero il cui tronco rappresenta le mani di Dio: dalle sue mani prende un frutto/mano su cui scrive un'azione di solidarietà da vivere in parrocchia o sul territorio. Insieme si legge, poi, la preghiera riportata sull'altro lato della mano.
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Signore Gesù,
aiutaci ad essere «mani operose»
che, attingendo all'albero del tuo amore,
portano frutti di vita
per sé e per gli altri.
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Di Francesco Buttazzo, in Sorgente di unità, Paoline
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