Il cacciatore di aquiloni

Il film si snoda attraverso gli ultimi trent'anni di vita afgana che hanno seminato nel paese distruzione e morte. La storia è quella di Amir e Hassan, due giovani amici appartenenti a etnie e classi sociali differenti.

Il film

Il cacciatore di aquiloni è tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore americano di origine afgana Khaled Hosseini. Il film si snoda attraverso gli ultimi trent'anni di vita afgana, che hanno seminato nel paese distruzione e morte: la fine della monarchia e l'invasione russa, il regime talebano e la situazione odierna. La storia è quella di Amir e Hassan, due giovani amici appartenenti a etnie e classi sociali differenti. Il primo è figlio di uno degli uomini pashtun più influenti di Kabul, il secondo è il suo piccolo servitore azara. Amir e Hassan sono inseparabili e la passione per gli aquiloni rinsalda ancora di più il loro legame. Ma un giorno, un fatto drammatico, sconvolge le loro vite e la loro amicizia: Amir assiste allo stupro di Hassan, da parte di un gruppo di teppisti, senza intervenire in suo aiuto. Dopo l'invasione dell'Afghanistan da parte delle truppe sovietiche Amir fugge con il padre negli Stati Uniti. Diventerà uomo realizzando le tappe più importanti della vita: la scuola, il matrimonio, la professione di scrittore. Ma il rimorso di non aver soccorso l'amico coprirà sempre, come un'ombra, la sua nuova esistenza. Quando una telefonata inaspettata lo raggiunge, Amir comprende che è giunto il momento di tornare nel proprio paese. A Kabul non trova più il suo mondo e neanche l'amico. Ad accoglierlo, oltre ai fantasmi del passato e della coscienza, c'è la scoperta che Hassan è suo fratello e che la sua morte ha lasciato un figlio in balia della violenza. Una realtà ostile e crudele dove la bellezza è bandita e gli aquiloni non volano più.


Per riflettere dopo aver visto il film

"Sono diventato la persona che sono oggi all'età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. E' stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto".
Queste le parole pronunciate da un Amir adulto, che vive ormai da vent'anni in America tra i ricordi smorzati della sua fanciullezza di cui però non ha mai perso i contorni. Sono parole che gettano luce sul tormentato passato, ma anche sulla decisione sofferta di tornare come pellegrino nella terra dell'amicizia e del tradimento. Un pellegrinaggio a ritroso nel tempo per ritrovare ricordi e rimpianti; un cammino di purificazione e di affrancamento dentro il proprio cuore e la propria storia. Sullo sfondo della vita dei personaggi il film ripercorre la storia dell'Afghanistan che, in questi ultimi trent'anni, ha vissuto la graduale distruzione della propria cultura. Con i massacri e le torture sono stati rasi al suolo i corpi, i sentimenti e le idee dei sopravvissuti. Al suo ritorno a Kabul, Amir troverà non solo i vecchi sensi di colpa, ma anche un paese desolato, abitato da relitti umani nei quali sono scomparse bellezza e gioia. Il suo turbamento di fronte al passato, il desiderio di colmare i vuoti e le assenze, avvolgono e trascinano lo spettatore in un viaggio interiore alla scoperta dei lati oscuri della vita. Un lotta fatta di errori e riscatti che, in modo non sempre consapevole, nascondiamo nelle pieghe dell'anima. La mente di Amir, piena di colori e profumi lontani, di saperi antichi e inesplorati, diventa un rifugio per quella parte segreta comune a tutti noi.


Una possibile lettura

Il regista Marc Forster ripercorre con fedeltà creativa la storia appassionante e coinvolgente dell'omonimo libro: Il cacciatore di aquiloni. Il film procede attraverso una trama indagatrice che percorre vari filoni tematici: padri e figli, amicizia e inganno, paura e coraggio, tradimento e redenzione. Il tutto è sovrastato dalla devastazione di un paese, l'Afghanistan, annientato del proprio patrimonio culturale e di ogni certezza e prospettiva futura. Lo scorrere delle immagini ci porta dagli Stati Uniti all'Afghanistan e viceversa, in un reticolo affascinante di sensazioni nelle quali le storie si confondono e la tragedia del popolo si materializza. Con maestria, Forster ricrea il tempo lontano della fanciullezza di Amir, un periodo spensierato e pieno di vita, avvolto da una cornice fatta di momenti indimenticabili trascorsi con il padre e gli amici in una Kabul che non esiste più. Le gare degli aquiloni rivivono nella sua fantasia come il mondo della sua infanzia, sicuro e felice. Un mondo accogliente fatto di ambienti ospitali, della terra bruciata dal sole estivo e del vento pungente dell'inverno. Il film è un inno alla memoria ferita, che si snoda tramite sensazioni e ricordi carichi di rimpianti e della dolorosa certezza che la patria, nel cui cielo ieri brillavano gli splendidi colori degli aquiloni, oggi è coperta di sangue e morte. Gli aquiloni torneranno a volare ma questa volta nel cielo degli Stati Uniti. Le mani e il cuore di Amir palpitano in sincronia mentre si riappropria del filo dell'aquilone e del suo passato, sciogliendo finalmente l'antico e doloroso rimorso. Il volteggiare degli aquiloni nel fascino di un intreccio multicolore diventa un abbraccio alla vita e il volo un riscatto liberatorio che apre alla speranza di un futuro migliore.

Titolo originale: The Kit Runner
Genere: Drammatico
Regia: Marc Forster
Interpreti: Khalid Abdalla (Amir), Atossa Leoni (Soraya), Shaun Toub (Rahim Khan), Zekiria Ebrahimi (Amir giovane), Ahmad Khan Mahmoodzada (Hassan giovane), Homayoun Ershadi (Baba), Said Taghmauoi (Farid), Ali Danesh Bakhtyari (Sohrab).
Nazionalità: Stati Uniti
Distribuzione: Filmauro
Anno di uscita: 2008
Origine: Stati Uniti (2007)
Soggetto: tratto dal romanzo omonimo di Khaled Hosseini
Sceneggiatura: David Benioff
Fotografia: (Scope/a colori): Roberto Schaefer
Musica: Alberto Iglesias
Montaggio: Matt Chessé
Durata: 131'
Produzione: William Horberg, Rebecca Yeldham, E. Bennett Walsh
Giudizio: Accettabile/problematico
Tematiche: Bambini; Famiglia - genitori figli; Letteratura; Politica-Società; Potere; Storia
Note: Candidato Golden Globe 2008 come Miglior Film Straniero e per la Miglior Colonna Sonora


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