Il villaggio di cartone

Cineforum

"Ho fatto il prete per fare del bene, ma per fare del bene non serve la fede", è questa la frase pronunciata dal vecchio sacerdote che offre la chiave di lettura al film rivelandone la visione della fede e il rapporto con Cristo. Il Bene secondo Olmi è più forte della Fede ed è su questo Bene che alla fine dei nostri giorni saremo giudicati.

Il Film

Attraverso gli occhi di un vecchio prete, assistiamo increduli allo sgombero della sua chiesa dismessa e inutile. Vengono portati via i quadri e le statue dei santi. Il lungo braccio di un carrello mobile stacca dalla cuspide il grande crocifisso lasciandolo abbandonato tra le mani degli operai. Il religioso dai gradini dell'altare guarda impietrito l'evolversi della situazione. Il suo riparo sarà la sacrestia. Ma nella notte, durante un forte temporale in quella stessa chiesa ormai dissacrata, cercano rifugio un gruppo di clandestini in fuga. Occupano gli spazi e con le poche cose che trovano costruiscono rifugi, un villaggio fatto di legno e cartone. Gli avvenimenti che si susseguono all'interno del nascondiglio ricordano la natività di Gesù e la Madre dolorosa, mostrano il ripetersi delle storie di Giuda e della Maddalena. Dopo il primo momento di sconforto, quando tutto sembra frantumarsi e svanire nel nulla, il sacerdote percepisce il sopraggiungere di una forza nuova che lo consola. Aiutando i bisognosi e gli emarginati trova un modo nuovo di vivere l'amore e la compassione per il prossimo. Ha inizio così la sua rinascita nella fede e la riscoperta della missione sacerdotale. La stessa chiesa, attraverso la spoliazione dagli ornamenti, comunica una sacralità inedita che prima non appariva. Un edificio non solo come luogo di culto ma come casa di Dio e degli uomini. Un Tempio nuovo arredato dai volti e dalle storie dei senza tetto, una casa dove trovano riparo gli ultimi della terra.

Per riflettere dopo aver visto il film

- Una chiesa abbandonata dai fedeli. Il luogo di culto non serve più. Sono abbattuti i drappi che avvolgevano l'abside come un sipario che segna la fine di una pia rappresentazione. Privata degli ornamenti, smontati gli oggetti sacri l'edificio dedicato al culto religioso si trasforma in un locale vuoto e disadorno, anche la croce viene staccata e portata via.
- Il vecchio sacerdote, con lo sguardo carico di domande, fissa il presbiterio spogliato del grande crocifisso. Tra lo smarrimento e l'inquietudine assiste allo sgretolarsi della sua chiesa e della sua vita. Tutto è messo in discussione: cinquanta anni di sacerdozio, la vita donata al Signore, la rinuncia del calore di un rapporto umano. La sua chiusura rispetto al mondo che lo circonda è resa plastica dalla fitta nebbia che si scorge dalle finestre della sua casa. Sarò ancora utile a qualcuno? Come portare gli altri a Dio se ho smarrito la strada e dubito della sua esistenza? Cosa sarà di me?
- Di fronte allo scempio della sua chiesa il prete si rialza avvertendo l'insorgere di una percezione nuova. La chiesa non è più solo il luogo delle cerimonie liturgiche e dell'incenso. Nel momento in cui dona ospitalità agli altri la riscopre come casa di Dio e di tutti. L'umanità nuova con cui si è incontrato ha rischiarato i suoi dubbi e rafforzato la sua fede. Non è più una persona di cartone, ma un prete con un cuore e un'anima che riesce a esprimere l'insegnamento più profondo dell'amore: "Quando la carità chiede un prezzo quella è l'ora della carità".

Una possibile lettura

"Ho fatto il prete per fare del bene, ma per fare del bene non serve la fede", è questa la frase pronunciata dal vecchio sacerdote che offre la chiave di lettura a tutto il film rivelandone la visione della fede e il rapporto con Cristo. Una narrazione essenziale e scarna che conduce pian piano verso l'idea che Olmi ha della vita e della religione "ciò che conta è la realtà delle cose e non sono gli orpelli che la abbelliscono o la nascondono". Il clandestino, lo straniero, il profugo ci costringono a fare i conti con la nostra disponibilità ad accogliere gli ultimi. E gli ultimi sono oggi per il regista quell'umanità dolente che giornalmente sbarca sulle nostre coste cercando aiuto e sostegno.
Gli immigrati che si rifugiano nella chiesa per sottrarsi alla polizia scoprono un pastore che, come Cristo, è disposto a sacrificarsi per loro. Non c'è più la croce appesa al muro ma c'è l'amore del Crocifisso presente nel cuore e in ogni situazione. Solo quando le chiese si liberano dai condizionamenti e si spogliano dagli orpelli, si rende possibile l'incontro e la vera solidarietà.
E se il contesto sembra timoroso e incerto, il grido evangelico ha il compito di innalzarsi sopra gli sterili campanilismi, di predicare l'unione e la fratellanza, di dimostrare che il Signore accoglie sempre tutti. Il mondo ha urgenza di riscoprire la giustizia e sostituire l'ipocrisia dei vuoti precetti con l'efficacia delle azioni. La fine del film risuona come un monito per lo spettatore: "O noi cambiamo il corso della storia o sarà la storia a cambiare noi". Dio non si rivela nelle astratte dottrine ma si manifesta negli uomini e nelle donne capaci di cambiare le sorti dell'umanità. Il Bene secondo Olmi è più forte della Fede. È su questo Bene che alla fine dei nostri giorni saremo giudicati.

Genere: Drammatico
Regia: Ermanno Olmi
Interpreti: Michel Lonsdale (il vecchio prete), Rutger Hauer (il sacrestano), Alessandro Haber (il graduato), Massimo De Francovich (il medico), Elhadji Ibrahima Faye (il soccorritore), Irima Pino Viney (Magdaha), Fatima Alì (Fatima), Samuels Leon Delroy (il bardo), Fernando Chironda (il cherubino), Souleymane Sow (l'avverso), Linda Keny (madre), Blaise Aurelien Ngoungou Essoua (padre).
Nazionalità: Italia
Distribuzione: 01 Distribution
Anno di uscita: 2011
Origine: Italia (2011)
Soggetto e sceneggiatura: Ermanno Olmi, considerazioni di Claudio Magris e Gianfranco Ravasi
Fotografia (Panoramica/a colori): Fabio Olmi
Musiche: Sofia Gubaidulina
Montaggio: Paolo Cottignola
Durata: 87'
Produzione: Luigi Musini per CinemaUndici in collaborazione con RAI Cinema.
Tematiche: Famiglia; Gesù; Rapporto tra culture; Tematiche religiose
Valutazione del Centro Nazionale Valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana: Consigliabile/problematico/dibattiti *
Note - Realizzato con la collaborazione di Apulia Film Commission e Regione Puglia, in associazione con Intesa Sanpaolo S.p.A e con il Patrocinio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) - Ufficio per il Sud Europa.
- Scritto con la collaborazione del saggista Claudio Magris e monsignor Gianfranco Ravasi (Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura)
- Film riconosciuto di interesse culturale con sostegno dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema (MIBAC).
- Fuori concorso alla 68. Mostra Internazionale d' Arte Cinematografica di Venezia (2011).


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