La bellezza luogo di evangelizzazione

Il canone interiore

Il punto di partenza di ogni creazione artistica è nel riconoscimento di un «canone interiore, che precede e fonda ogni percorso artistico.

Accettare un canone interiore significa riconoscere che la realtà che ci sta davanti è animata da un ordine gerarchico, armonico, in cui realtà inferiori sono in rapporto e in relazione con valori superiori. Con la sua adesione al canone interiore, l'artista riconosce e dà il suo assenso alla struttura religiosa di tutto il reale, e in questa libera adesione compie un primo esodo da se stesso, in altre parole esce da una prospettiva individualista, per riconoscere incondizionatamente l'altro da sé, anzi, questo riconoscimento gli consente di superare il confine tra l'io e l'altro da sé.

È una vera estasi, un uscire dal cerchio di ciò che sente e di ciò che percepisce per assumere una disposizione di apertura e accoglienza. La conseguenza è la comprensione dei due mondi come realtà distinte ma non separate. Il simbolo, pertanto, diviene il mezzo attraverso il quale l'artista mostra la faccia visibile, materiale dell'anima viva della creazione di Dio. L'artista non deve far altro, con la sua opera simbolica, che rivelare, cioè dare il volto esterno di quest'anima unitiva del mondo. Se la sua opera riuscirà a manifestare questa realtà nascosta e presente nel sottofondo delle realtà del mondo, gli uomini con il loro assenso corale testimonieranno della verità e dell'autenticità della sua creazione.

In altre parole il loro «sì» all'opera è il segno che l'artista ha rivelato efficacemente l'unità sottesa alla struttura del reale. Si comprende che l'accettazione e la dinamica del canone interiore rispecchino quell'atteggiamento tipico di conoscenza che si compie e realizza ogniqualvolta ci poniamo in relazione con qualcuno; designa infatti un atteggiamento di apertura accogliente. Incomincia così un percorso di ascesa il cui fine è l'incontro con Dio: Il conoscente, entrando nell'ottica del canone interiore, sa che non va a conoscere le cose, ma lui, Dio, la Persona con la quale conoscerà tutto il resto. Perciò, alla base di questa conoscenza, c'è la relazione, la persona.

L'ascesa alla conoscenza vera

L'artista, attraverso l'accoglienza del canone interiore, ha incominciato la sua ascensione verso il mondo superiore. È un momento importante e decisivo, in cui non mancano difficoltà e tentazioni; infatti, questo cammino estatico si presenta come via per approdare alla verità ultima, ed è realmente un cammino nel deserto che può imbattersi in falsi miraggi e illusioni. Il pericolo, sempre in agguato, è che questa ascesa sia parziale e ancora influenzata dalle proprie passioni e dai propri modi di vedere e percepire la realtà; in altre parole, si può rimanere sul confine ancora attratti e sedotti dalle forme visibili.
I primi passi in quest'ascensione sono insidiosi in quanto l'artista avverte il fascino di questo mondo che gli dischiude una nuova e più profonda conoscenza del reale, e proprio in virtù di questa conoscenza l'uomo può facilmente cadere in un delirio di onnipotenza e in un desiderio di possesso che, infine, gli preclude l'accesso all'incontro.

Se, al contrario, l'artista si è lasciato condurre oltre il confine, mantenendo un atteggiamento di accoglienza e umiltà, allora si compie il pieno svelamento, e l'esito di questa rivelazione è: (...) la cognizione che la realtà inferiore, dalla quale ascende e alla quale discenderà, non è nella sua essenza qualcosa di estraneo a quel mondo che ora sperimenta, ma è circonfusa da questo mondo superiore come qualcosa che riposa nel suo seno. La giusta ascensione rende allo spirito fuggiasco la sua patria terrena, mentre l'essere sospeso nella regione dei miraggi e dei sogni lo isola. Soltanto la giusta ascensione ristabilisce per l'artista la verità inferiore, essa soltanto lo fa realista (...). Perciò quanto più fertile fu l'ascensione, tanto più penetrante e vitale sarà la discesa. L'opera artistica che sarà il frutto di questa esperienza affascinante avrà, come si è detto, un consenso ampio e insieme un'adesione al contenuto proposto nell'opera stessa.

Da: Giacomo Morandi, La bellezza luogo teologico di evangelizzazione, Paoline


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