I canti liturgici bizantini di Macchia Albanese

C’è un borgo Arbëresh, in provincia di Cosenza, che ha conservato un consistente repertorio di canti liturgici in lingua greca. È un piccolo e prezioso patrimonio religioso e culturale che è testimonianza, in Italia, della presenza della tradizione liturgica bizantina.

I canti in lingua greca di Macchia Albanese

Macchia Albanese è un piccolo borgo Arbëresh, in provincia di Cosenza, appartenente all’Eparchia bizantina di Lungro. Per aver conservato un consistente e particolare repertorio di canti liturgici in lingua greca, può considerarsi il piccolo scrigno di un ricco patrimonio religioso e culturale, che testimonia un’identità di appartenenza etnica di origine albanese con tradizione liturgica bizantina.
Questo repertorio, che è ancora in uso, è tramandato esclusivamente dalla tradizione orale, eseguito a cappella dai fedeli o dai singoli cantori in lingua greca e comprende la Liturgia di san Giovanni Crisostomo, parti della Liturgia di san Basilio, dei Presantificati (Proiasmèna) e dell’Ufficio Divino: Vespro, Compieta, Mattutino e Ufficiatura dei defunti.
L’autore del prezioso progetto Canti liturgici bizantini, Pasquale Ferraro, ha raccolto durante le celebrazioni le registrazioni dei canti con le melodie tradizionali di Macchia Albanese, per poi trascriverle con scrupolosità su un sistema musicale moderno occidentale.

Una tradizione da conservare

Mons. Donato Oliverio, Vescovo di Lungro degli Italo-Albanesi, così ha scritto nella prefazione di questo prezioso libro: «Il presente lavoro, redatto tra le varie difficoltà che l’autore stesso indica nella sua Introduzione al testo, viene presentato con l’auspicio che “questa prima raccolta di canti possa contribuire a degli Arbëreshë di Calabria”. L’Eparchia di Lungro, nata nel 1919, ma la cui storia risale a molti secoli prima, ha visto molti uomini e donne conservare la propria libertà e la propria fede, nei secoli, anche mediante il canto liturgico. Le tante melodie, che andarono a costituire poi il canto liturgico tradizionale, di cui ancora oggi si conserva memoria, furono e sono il modo con il quale queste popolazioni, le quali provenivano dai Balcani e sfuggite dalla dominazione turca andarono a ripopolare zone disabitate del Meridione italiano, conservarono nel proprio cuore l’esperienza di essere stati salvati.
Anche loro attraversarono il mare per sfuggire dalla schiavitù e anche loro, sperimentata la libertà, non poterono fare altro che manifestare la gratitudine a Dio mediante la gelosa conservazione di un patrimonio liturgico e melodico che molto spesso risultava “qualcosa di altro” agli occhi e alle orecchie di quanti, quotidianamente, si dovevano confrontare con queste popolazioni, anche semplicemente per una questione di vicinanza territoriale. Nonostante ciò, fu forte e imperterrita la custodia di una tradizione che venne conservata a volte a costo della propria vita da quanti ci lasciarono in retaggio il dovere di custodire un tesoro che non merita di essere sprecato o dimenticato».

Un grande lavoro di ricerca

Canti liturgici bizantini è un volume di testi e spartiti, edito da Paoline, che contiene le preziose trascrizioni che sicuramente accenderanno l’interesse di studiosi e appassionati della materia. Un’ampia introduzione dell’Autore, nelle prime pagine del volume, offre un quadro dettagliato e ricchissimo di riferimenti e informazioni sul valore storico, etnomusicologico e religioso di questo grande lavoro di ricerca e di divulgazione.

Ascolta i canti della raccolta su Spotify o sulla tua piattaforma digitale preferita.


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