Nessuno senza madre, nessuno senza fiducia

Maria Santissima Madre di Dio - Anno B - 2018

Dio ci invita a iniziare il nuovo anno con la fiducia che nasce dal suo volto che risplende su noi, e che ci si manifesta nella tenerezza materna di Maria.

La Chiesa ci invita ad aprire il nuovo anno nel nome di Maria, celebrata con il titolo di Madre di Dio. Non è facile capire come un donna, protagonista di una missione unica e irripetibile, ma pur sempre creatura, possa essere madre di Dio. Ma la fede non ci chiede di saper dare spiegazioni, bensì, consapevoli che la nostra ragione è un limite di fronte all' "eterno consiglio di Dio", di saperci fidare e affidare, e pregare con Dante Alighieri: "vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura..., tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura" (Canto 33). Siamo, però, in grado di capire che in un giorno nel quale tutti siamo presi dall'ansia di sapere come sarà l'anno che inizia, sperando che sia migliore del precedente e dei precedenti, niente ci può sollevare e dare speranza più della certezza che la volontà di Dio di benedirci e custodirci, di far risplendere il suo volto su di noi, di farci grazia e di concederci la pace, si manifesta nel volto di Maria, la donna che egli ha scelto come madre di Gesù e madre nostra.

Troppo alti i pensieri di Dio perché noi possiamo capirli! Per nostra fortuna è, però, Dio stesso ad aprire spiragli per entrare nella sua immensità con dei segni alla nostra portata, come ha fatto con i pastori. Essi, avvertiti dall'angelo di un avvenimento grandioso: la nascita del Salvatore, trovano "Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia", una scena che più umana e comprensibile non poteva essere. Così fa con noi. C'è un segno più umano e più comprensibile del volto di una madre, che tutti conosciamo come è, per sapere come è il volto di Dio? Niente perciò può allontanarci dalla convinzione che Dio stia volgendo il suo volto benigno su di noi, perché una madre non nega mai il suo volto ai figli, anche quando si fossero allontanati dal padre. Questa è la certezza che ci dà forza: nessuno è senza madre. Per tutti e comunque c'è Maria.

Questa fiducia, oltre a essere un bene per ciascuno di noi, perché niente è più debilitante del non averla, deve darci la forza di testimoniare la nostra fede, anche andando controcorrente. Così come fa papa Francesco. Mentre tutti i governi e i partiti cercano consensi facili, allarmando il mondo con il pericolo minaccioso delle masse di profughi che si muovono dai loro paesi, il papa continua ad affermare imperterrito che i profughi, spinti dal «desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la "disperazione" di un futuro impossibile da costruire» sono una opportunità e un dono. Lo ha ripetuto con forza nel messaggio natalizio Urbi e orbi, nonostante gli sberleffi (Un giornale italiano ha dato notizia di questo messaggio con questo titolo: "Migranti. Il papa ci ricasca") e ha intitolato il suo messaggio per la 51a Giornata Mondiale della Pace, voluta da Paolo VI nel primo giorno dell'anno: "Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace". Come non vedere in questo comportamento Dio che spiazza e sorprende la piccolezza dei pensieri umani, così come ha fatto sempre e in maniera mirabile a Betlemme?

Papa Francesco chiama ciascuno di noi a questa fede coraggiosa e controcorrente. Nel suo messaggio, per passare dalle affermazioni ai fatti, indica la strategia con quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere, integrare, motivandoli con la parola di Dio.

  • Accogliere: «Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo» (Ebrei 13,2).
  • Proteggere: «Il Signore protegge lo straniero, egli sostiene l'orfano e la vedova» (Salmo 146,9).
  • Promuovere: «Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto» (Deuteronomio 10,18-1).
  • Integrare: «Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio» (Efesini 2,19).

In questo primo giorno del nuovo anno, per sapere come sarà non abbiamo bisogno di chiedere a maghi, oroscopisti e ciarlatani. Sarà buono se sapremo viverlo con la fiducia e forza che ci viene dal volto sorridente di Dio che risplende in Maria, e se sapremo presentarci agli altri, a tutti gli altri, dai profughi ai familiari, accogliendo, proteggendo, promuovendo, integrando, con la serenità e la fiducia che ci viene donata dal sorriso di Dio nel volto di sua madre.


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