Ripartire a predicare dappertutto

Ascensione del Signore - Solennità - Anno B

L’Ascensione di Gesù è la garanzia della sua presenza, sempre e dovunque.

Il racconto della Ascensione di Gesù dell’evangelista Marco, come tutto il suo vangelo, è sintetico e netto: Gesù, dopo aver parlato con gli Undici, e aver data la consegna: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura», «fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio». Poi subito la finale del libro: «Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano».
Questa obbedienza immediata alle parole di Gesù, può sorprendere, ma con il racconto degli Atti degli Apostoli dell’evangelista Luca, si comprende che non fu così facile lasciare quel «monte che Gesù aveva loro indicato». Ci volevano i «due uomini in bianche vesti» che: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». «Allora essi partirono e predicarono dappertutto».
Questo partire e predicare dappertutto, pur discontinuo nella storia della Chiesa, con periodi fervorosi e altri stentati e scadenti non si è fermato mai. Oggi, dopo una lunga illusione che non ci fosse più l’urgenza di predicare, perché la società era cristiana, ci si è svegliati e ci si è accorti che non era così, e che tanto più non è così. Perciò è necessario ripartire a predicare dappertutto.

Il dappertutto “noi”

Il primo dappertutto è ciascuno di noi, chiamato a verificare la sua fede in Gesù per capire se essa sia del tutto o troppo una pratica religiosa di formule e riti, senza l’adesione consapevole e convinta al messaggio e alla testimonianza di Gesù. Se è così, è necessario “rievangelizzarsi”, perché la fede per consuetudine, in un mondo che cambia velocemente e continuamente - tanto che tutto ciò che sembrava importante e ben radicato viene abbandonato con estrema facilità - porta velocemente all’allontanamento definitivo.
Si pensi alla Messa della domenica dopo il Covid.
Mandati a predicare nel nostro “dappertutto”, quale “rievangelizzazione” dobbiamo fare? San Paolo ci offre questa indicazione: «Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace».

Il dappertutto “casa”

La “casa” nella quale è necessario ripartire a predicare è la nostra vita: la famiglia, il condominio, il luogo di lavoro, gli amici, le associazioni umanitarie, la politica, il sindacato…, “casa” sono anche il web, i social, le TV e tutti gli strumenti di comunicazione. Predicare e rievangelizzare questa “casa” non vuol dire alzare dovunque pulpiti per fare prediche, ma avere parole, gesti, comportamenti che ci identifichino come cristiani, perché scaturiscono dal vangelo: fede in Dio, appartenenza alla chiesa, carità, gratuità, perdono, pace, preferenza per i “piccoli”…

Il dappertutto “società e mondo”

Gli apostoli, con l’apporto potente di Paolo, non formarono conventicole e crocchi, ma comunità consapevoli di essere chiamate a portare l’annuncio «fino ai confini della terra». Questa opera evangelizzatrice non sempre è stata vivace, tutt’altro, a volte si è così affievolita fin quasi a spegnersi. È urgente che riparta, anche con iniziative clamorose (GMG, viaggi del papa, iniziative geniali come i trenta premi Nobel convocati a Roma da papa Francesco il 10-11 maggio…) ma soprattutto con ogni cristiano che dovunque si trovi e operi “parta a predicare” con la strategia del lievito, della luce, del sale.

Utopia?

Un po’ di utopia, quel tanto che è necessaria per intraprendere qualsiasi avventura, sicuramente c’è. Ma la sua riuscita è il Signore Gesù, che «asceso alla destra del Padre», cioè ritornato nella sua dimensione divina, perciò libero da ogni vincolo di tempo e di spazio, agisce insieme con coloro che “partono per predicare” secondo la loro possibilità, dovunque vivono e operano.


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