Dalla comunità alla comunione

Antonella Lumini riflette sulla necessità di “reagire” alla crisi globale aprendosi all’azione dello Spirito, attraverso un silenzio che non è fuga, ma passività profondamente attiva.

Da anni, Antonella Lumini porta avanti un percorso di silenzio e solitudine ispirandosi alla pustinia (deserto, in russo), vocazione al silenzio della tradizione ortodossa. Guida gruppi di meditazione ed è conosciuta come eremita metropolitana, anche se preferisce definirsi battezzata, custode del silenzio. Autrice di vari libri, ha già pubblicato, con Paoline: Spirito Santo. Divina maternità, amore in atto (2020); Monachesimo interiorizzato (2021).

Nel suo nuovo libro, Dalla comunità alla comunione, parte dalla constatazione della profonda crisi globale in atto: «C’è un’alterazione che colpisce le persone nel corpo, nell’anima, nello spirito. Le relazioni, il lavoro, il riposo, il sonno, i sensi, la mente, sono come oscurati da un gorgo che travolge. La massa non costituisce corpo, ma disgrega. Sviluppa egoismo, individualismo, competitività, snatura i rapporti, omologa, toglie valore all’unicità, quindi ai reali talenti e carismi. Intossicando l’anima, fa ammalare».

Di fronte a tutto questo è necessario operare una scelta radicale: far crescere il bene, far fiorire ovunque – nel mondo, nella Chiesa – relazioni amorevoli aprendoci all’azione dello Spirito che scava intimamente
dentro oscurità e pesantezze e che, attraverso il silenzio, svuota, purifica, genera comunione, porta
pace. Una via da percorrere insieme, anche come credenti.

Non è possibile aprirsi all’azione dello Spirito seguendo il mondo, ma solo abbandonandosi ad un silenzio che, lungi dall’essere fuga o disinteresse, ma una forma di passività attiva, che produce cambiamento interiore ed esteriore: «Attraverso il silenzio è possibile rivisitare le nostre relazioni dominate da ombre, aspettative, giudizio, conflitto, ponendo al centro lo Spirito Santo. Il silenzio richiede cedimento, abbandono. Dà vita a una passività fortemente attiva. Svuota, ma proprio svuotando fa affiorare quanto è trattenuto nel profondo, lo fa percepire, conoscere. Più ci svuotiamo, più sentiamo quello che generalmente ci sfugge e che abbiamo rimosso. La sosta silenziosa spesso diviene ascolto di un grande rumore interiore. Portiamo alla memoria proprio questo rumore, lasciamolo venir fuori».


Condividi

dalla-comunita-alla-comunione.html

Articoli correlati

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato su iniziative e novità editoriali
Figlie di San Paolo © 2024 All Rights Reserved.
Powered by NOVA OPERA