Ho attraversato il fuoco

Fernando Muraca racconta con delicatezza, ma senza filtri, il cammino doloroso di una donna vittima di abuso infantile. Romanzo ispirato a una storia vera.

Fernando Muraca è un narratore. Ha realizzato film di finzione, documentari, serie TV e opere teatrali come regista, sceneggiatore, montatore. Negli ultimi dieci anni ha accresciuto molto la sua attività editoriale. Nella sua nuova fatica editoriale, Ho attraversato il fuoco, romanzo ispirato a una storia vera, affronta il tema, drammatico, difficile, disturbante, dell’abuso infantile. «La vita è misteriosamente invadente con me. Fin da piccola non mi ha mai lasciato troppo in pace». Sono le parole di Diletta, la protagonista, che nelle pagine del libro racconta la sua storia. Costellata, fin da bambina, di momenti traumatici, episodi di molestie perpetrati da uomini apparentemente gentili e distinti che approfittano della sua ingenuità.

Quegli episodi non le impediscono, apparentemente, di fare una vita normale: frequenta una comunità in cui approfondisce la propria fede, completa gli studi, trova lavoro in un’impresa di progettazioni architettoniche. Tutto apparentemente normale. In ogni cosa che fa, però, in ogni momento della sua vita Diletta è ansiosa, insoddisfatta, incapace di riconoscere ed esprimere i propri sentimenti. Al di là, al di sotto di quegli episodi traumatici, qualcosa di ben più potente e indicibile si nasconde. Un ricordo, un segreto che sfugge alla memoria, frammentato in immagini vaghe, in sogni oscuri. Un segreto gelosamente custodito dentro una “cassaforte”. Serviranno anni di psicoterapia per scardinarne la serratura. La verità sarà abissale, ma liberante.

«Per anni – dice Diletta nell’Epilogo - ho desiderato parlare di queste cose, ma non ero pronta. Adesso ho trovato un amico che lo ha fatto per me: ha scritto dopo aver ascoltato con profondità quello che ho vissuto». Nascono così queste pagine, in cui i ricordi e i sentimenti di Diletta sono presentati con una delicatezza che avvolge anche i tratti più ruvidi della sua storia. Con un messaggio che, nel dramma, è comunque di speranza. «Se ti strappano l’innocenza, che cosa ti resta per vivere da bambina? Vaghi seppellita tra una cosa e l’altra e vorresti morire. Io però sono qui, viva. Innocente».


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