Quel po’ di brace sotto la cenere

Un libro che dà voce a chi non ne ha, tessendo un mosaico di storie vere e coinvolgenti da un 'non luogo' dimenticato: la terra martoriata del Tigrai. Con la prefazione di Massimo Cacciari.

«Ho sperimentato sulla mia pelle che la dignità umana c’è. Potrebbe essere una piccola brace sotto cumuli di cenere, ma c’è». Così dichiara uno dei protagonisti delle storie qui raccolte. Parole che esprimono bene ciò che unisce le vicende dei giovani incontrati da Anna Carobene durante la sua esperienza presso la missione Kidane Mehret di Adua (fondata ad Adua da suor Laura Girotto), nella regione etiope del Tigrai. Una terra che quasi nessuno conosce, un “non luogo” in cui il genocidio del popolo tigrino è rimosso dall’attenzione internazionale. 

In tale realtà tragica e dimenticata, tuttavia, spuntano germogli di solidarietà e condivisione: piccole braci sotto la cenere che Alessandro Cozzi racconta, custodendone la forza dirompente. Questo è un libro di incontri: quelli di Anna con i ragazzi di Kidane Mehret, e quello tra lei e Alessandro, recluso in carcere, un altro non luogo in cui si nascondono e si coltivano semi di speranza.

Il libro è arricchito dalla prefazione di Massimo Cacciari. Che scrive: «Il mondo è ciò che ci appare o, meglio, ciò che i padroni delle reti ci fanno apparire. Così sono esistite migliaia di feroci guerre, dalla fine del secondo conflitto mondiale, di cui nulla o quasi abbiamo saputo. Così continuano a esplodere massacri, violenze, devastazioni che non ricorderemmo, che mai sapremmo riportare al nostro cuore se non grazie a testimonianze come questa, di Anna e Alessandro».


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