Il vangelo di questa XIII domenica del Tempo ordinario si compone di due parti molto brevi, e, almeno apparentemente, diverse tra loro come contenuto. Tutte e due, però, dure, drastiche, difficili persino da ascoltare.
Siamo alla XII domenica del tempo ordinario. I fatti di questo periodo ci invitano a riflettere sul "Terrore intorno" e il mistero del male che non soltanto ci circonda, ma ci abita dentro rischiando di chiuderci alla speranza. La liturgia della Parola ci incoraggia a lottare contro il male, pur non risparmiandoci la fatica, la sofferenza, le minacce...
Celebrare la festività del Corpus Domini significa verificare e rafforzare la nostra fede nella presenza reale del Signore nell'Eucaristia e, come ci ricorda l'apostolo Paolo, renderci responsabili di come la riceviamo.
La festa della Trinità crea sempre difficoltà, se ci si lascia prendere dal tentativo di spiegare e di capire ciò che non è possibile spiegare e capire. Seguiamo, perciò, un'altra strada: quella della fantasia, che può arrivare più in là di dove la ragione è costretta a fermarsi.
"Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo". Chi erano costoro che stavano "tutti insieme", e qual era lo "stesso luogo" dove stavano?
La solennità dell'Ascensione ci ricorda la consolante promessa di Gesù di essere sempre con noi, ma anche l'impegno di testimoniarlo sempre e ovunque, come suoi veri discepoli.
Si può comandare l'amore? Il vangelo di questa VI domenica di Pasqua ci dice di sì, perchè l'amore vero è un impegno che si traduce in atti concreti di dedizione, fedeltà, servizio.
Nella V Domenica di Pasqua Gesù insegna anche a noi, come ai suoi discepoli, a riconoscere in lui il volto del Padre e a ricordare le sue parole come criterio-guida delle scelte di ogni giorno, per compiere poi opere permeate dalla logica del Regno.
In questa quarta domenica di Pasqua, chiamata del "Buon Pastore", e abbinata ormai da decenni alla Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni (dal 1964 per volontà di Paolo VI), sembrerebbe facile accogliere la parola di Dio come messaggio stimolante, che rinnova e rafforza e la nostra fede, rendendola più testimoniante e attraente.
La liturgia di questa III Domenica di Pasqua ci "trasporta" nella locanda di Emmaus, per riscoprire il significato profondo delle nostre celebrazioni come incontro con il Cristo Risorto, che spezza il pane per noi.
In questa seconda domenica di Pasqua siamo chiamati a sperimentare la beatitudine di coloro che, pur senza aver visto il Signore Risorto, hanno creduto, perchè hanno comunque "toccato" testimoni persone e comunità del suo amore.
La gioia dell'Alleluia pasquale è il lievito che fa fermentare la pasta del nostro quotidiano, ci rassicura che Cristo Risorto ci fa passare dalla morte alla vita e ci spinge a fissare lo sguardo sulle "cose di lassù".
In questa Domenica delle Palme, la proclamazione della Passione del Signore secondo Matteo ci interpella a verificare la nostra fede, a rivestire i panni dei personaggi che assistono alla condanna di Gesù e a domandarci da che parte stiamo.
Siamo giunti alla quinta domenica di Quaresima. Dal Vangelo leggiamo che Gesù "scoppia in pianto" per l'amico Lazzaro. Un pianto che ci dice che Dio non è per la morte ma per la vita. Lui ama la nostra vita, come ha amato quella di Lazzaro, anche noi dobbiamo amarla con tutte le nostre forze.
Quarta domenica di Quaresima. Vederci dentro, vederci al di là delle apparenze, correggendo la nostra vista con gli "occhi di Dio", è l'atteggiamento di conversione continua che questo nostro oggi ci chiede di mantenere attivo sempre e dovunque. L'invito della Parola è: divenire luce nel Signore, e comportarsi come figli della luce. Bellissimo!