Quando la nostra fede diventa stanca e abitudinaria, gridiamo a Gesù di ridarci la vista, gettiamo via il mantello e torniamo a seguirlo.
La consegna di Gesù a non farsi servire, ma a servire, è difficile, ma è l'unica strada per non vivere sempre in guerra con i danni e le angosce che ciò comporta.
Quando ci sembra che la fede in Gesù sia una perdita, verifichiamo cosa e quanto abbiamo trattenuto per noi.
Proporre oggi la famiglia cristiana sembra temerario, ma è di fronte alle proposte più ardite che il Vangelo si propone come buona notizia.
Soltanto Dio è verità e conosce la verità. Questo ci impegna ad ascoltare, a dialogare, a rispettare tutti, perché in tutti c'è un piccolo pezzo della verità di Dio.
Come Gesù, anche noi dovremmo servire e non cercare di farci servire. Questa è stata la sua consegna. Ma è dura da rispettare.
Si può seguire Gesù e rinnegare se stessi soltanto con la convinzione che ciò che si ottiene è molto più di quello che si perde.
Di fronte alle tante sofferenze che abbiamo ogni giorno davanti agli occhi, viene voglia di dire: cosa fa Dio? Ma la domanda giusta è: cosa facciamo noi?
Si potrebbe credere che oggi non ci sia bisogno di richiamare al rispetto del creato, si corre invece il rischio di una ipocrisia più grave di quella dei farisei.
Se non ci fosse il dubbio, la fede potrebbe diventare illusione. Se non ci fossero i momenti di oscurità, la fede potrebbe rischiare la presunzione.
I Giudei non riuscivano a capire come Gesù potesse essere vero cibo e vera bevanda. Noi corriamo lo stesso rischio di non capire di fronte all'Eucaristia, alla Messa.
Il pane del cielo che Gesù promette alla folla è l'Eucaristia che noi celebriamo, che ci dà la forza per introdurre nella vita gli antidoti a ciò che la rende triste e cattiva.
Il pane che viene dal cielo, la nostra Messa, spegne la fame e la sete di vani pensieri e passioni ingannevoli, oppure è essa a spegnersi sotto la cappa dell'abitudine?
La folla affamata che segue Gesù è un'immagine attualissima delle folle di poveri che arrivano nel nostro paese in cerca non soltanto di pane materiale. Qual è la nostra risposta?
Tutti siamo "il custode del nostro fratello". Perciò tutti, a differenti livelli e con diverse responsabilità, siamo chiamati a prenderci cura degli altri.