La vera devozione a Maria è l'umile imitazione del suo sì a Dio.
Prepariamoci al Natale alleggerendo il cuore, crescendo e sovrabbondando nell'amore.
Il nostro Re non chiede inchini ma il coraggio di seguirlo nel suo potere "non di questo mondo".
Non ci piace pensare alla fine del mondo e tanto meno alla nostra. Invece tenerla presente è l'unico modo per vivere con saggezza e misura.
La fede in Gesù non consiste nell'offrire preghiere, riti ed elemosine, ma nel rischiare tutto sulla sua parola.
Non possiamo amare Dio e il prossimo se non amiamo noi stessi e non ci impegniamo a essere persone vere, sincere, giuste.
Quando la nostra fede diventa stanca e abitudinaria, gridiamo a Gesù di ridarci la vista, gettiamo via il mantello e torniamo a seguirlo.
La consegna di Gesù a non farsi servire, ma a servire, è difficile, ma è l'unica strada per non vivere sempre in guerra con i danni e le angosce che ciò comporta.
Quando ci sembra che la fede in Gesù sia una perdita, verifichiamo cosa e quanto abbiamo trattenuto per noi.
Proporre oggi la famiglia cristiana sembra temerario, ma è di fronte alle proposte più ardite che il Vangelo si propone come buona notizia.
Soltanto Dio è verità e conosce la verità. Questo ci impegna ad ascoltare, a dialogare, a rispettare tutti, perché in tutti c'è un piccolo pezzo della verità di Dio.
Come Gesù, anche noi dovremmo servire e non cercare di farci servire. Questa è stata la sua consegna. Ma è dura da rispettare.
Si può seguire Gesù e rinnegare se stessi soltanto con la convinzione che ciò che si ottiene è molto più di quello che si perde.
Di fronte alle tante sofferenze che abbiamo ogni giorno davanti agli occhi, viene voglia di dire: cosa fa Dio? Ma la domanda giusta è: cosa facciamo noi?
Si potrebbe credere che oggi non ci sia bisogno di richiamare al rispetto del creato, si corre invece il rischio di una ipocrisia più grave di quella dei farisei.